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Spaziotempo

Lo spazio non è ciò che vediamo noi: non è una scenografia passiva nell’universo, ma una continua modificazione a seconda degli oggetti presenti sulla scena. In assenza di materia ed energia, lo spazio per Enstein è piatto. Prima di lui, lo spaziotempo era un palcoscenico inerte dove i corpi celesti vivevano senza interferire. Ma la forza gravitazionale esercitata da ogni corpo su altri implica la curvatura dello spazio. Una stella deforma lo spazio, lo incurva e in questa curvatura un pianeta entrerà in orbita intorno a questa stella seguendo la medesima curvatura dello spazio prodotta dalla forza gravitazionale stellare. Attraverso un equilibrio di rispettive gravità, stella e pianeta saranno legati fra loro.
Lo spazio è estremamente elegante, come un cigno. Un cigno di immaginaria filigrana e incurva, spiega le ali, si muove in mille volute, si richiude su se stesso con grazia e classe. Ma non c’è spazio senza tempo. Ogni movimento del cigno è legato al tempo. Il becco appoggiato ad una capricciosa, arruffata testa del gatto che, con la sua zampa, decide il ritmo del metronomo, l’oggetto che misura il tempo nelle composizioni musicali. Non c’è spartito senza note, non c’è musica senza tempo, non c’è tempo senza spazio. Pianeti che incurvano lo spazio, fluttuanti in esso o appoggiati, nascosti nelle trame di un drappo di seta che dà appoggio al gatto del tempo la cui zampa dà, a sua volta, il “la” iniziale ad uno spazio-cigno che si libra avvolgendo il tutto.
Lo spaziotempo è la nostra realtà, che spesso sfugge ai nostri sguardi distratti; noi ci impediamo a volte di vedere e apprezzare le meraviglie che ci circondano, perché la realtà, dalle infinite profondità dell’universo al nostro quotidiano, è talmente bella da divenire quasi magia: la magia di un cigno-spazio e di un gatto-tempo.

Dimensioni 50 x 70
Tecnica mista : matita grassa “Pablo” + tempera