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η αθάνατος αλήθεια (l’ immortale verità)

Nelle pitture murali di Pompei ( I secolo d. c.), le figure venivano affrescate sullo sfondo di pareti rosse: su di esse, infatti, le figure stesse risaltavano entro contorni sottili e precisi, disegnate con una volontà di chiarezza classica. Nelle rappresentazioni pittoriche, l’immagine, pur non dipendendo da una sensazione o emozione percepita dal vero, viene intensificata per dare l’illusione del vero. I brillanti tocchi di luce non hanno alcun riferimento ad una luce reale, sono pennellate per ravvivare, allusivamente, le immagini e le cose. Nei ritratti del Fayum (I-II secolo d. c., quasi contemporaneo alle pitture di Pompei), località egiziana, nei volti dipinti vengono specificati i lineamenti per evocare le vere fattezze: le persone sono rappresentate quasi frontalmente, con grandi occhi per dare l’idea della vita.
Tra la fine del VII e la fine del VI secolo a. c. fiorisce in Grecia la prima scuola filosofica di cui abbiamo notizia. Nella colonia ionica di Mileto, prende coscienza la concezione di un rapportarsi fra individui attraverso un legame comune scientifico e intellettuale. I pensatori ionici, studiosi della natura, identificano la ricerca della “natura” come “principio”, cioè di ciò da cui ha avuto inizio il divenire di tutte le cose e, nello stesso tempo, dell’”essenza” di tutte le cose.
Questa ricerca è della massima importanza: essa esprime l’esigenza di andare oltre la considerazione e la semplice constatazione della molteplicità e del continuo cambiamento delle cose che si vedono e che in generale, cadono sotto i nostri sensi, per ricercare qualcosa, intrinseco alla natura stessa e che, nella sua unità e nella sua stabilità, possa spiegare quella molteplicità e quel cambiamento. Qui sta certamente l’origine ideale della mentalità scientifica e filosofica.
Fondendo queste due espressioni antiche del sapere e dell’espressività umana, ho rappresentato su un supporto precedentemente trattato a muratura quasi grezza, un affresco antico per realizzazione e impostazione. Su un fondo di parete pompeiana rossa si stagliano due figure femminili ben definite:
alle loro spalle si apre una finestra su un immenso cielo stellato. La luna, candida e padrona del cielo stesso, illumina le due donne di luce vivida.
Sono due menti libere: una stringe nelle mani un taccuino e una penna, simboli stessi di cultura, l’altra una sfera di vetro la cui forma riprende la forma della luna stessa, suggello di un rapporto stretto fra noi e il cosmo, principio dalla natura da cui tutto ha avuto inizio e nel quale noi ci rispecchiamo. L’immortale verità, a noi oggi tramandata dall’antico sapere, è rimasta sopita per secoli fino al momento in cui si è presa di nuovo coscienza dell’importanza della ricerca dell’essenza del tutto. Negli occhi delle due donne, antichi e sempre nuovi, brilla la luce lunare, sguardi regalati a tutti coloro che verranno nel suggello di un intesa immortale come immortale è e sarà sempre la verità, frutto della ricerca e della conoscenza libere del pensiero umano.

Dimensioni 50 x 70
Tecnica : affresco ( muro preparato su tavola )