“Ho amato troppo le stelle per avere paura della notte. ( Autoritratto.)
Ho preso in prestito una frase letta su un libro di Carl Sagan, “Abbiamo amato troppo le stelle per avere paura della notte (epitaffio sulla tomba di due astronomi ). Ho coniugato la frase al singolare e in quella mi ci sono ritrovata. E’ esattamente ciò che vorrei per la mia anima da qui a quando l’universo avrà vita.
Un pianeta lontano, di ghiaccio, illuminato dal bagliore tenue dell’ammasso delle Pleiadi.
Appoggiata su un promontorio, una figura femminile, sempre di ghiaccio e cristallo.
Quella figura assomiglia molto a chi scrive. Il viso è rivolto verso le stelle delle Pleiadi, come se là ci fosse la risposta all’attesa. Quel pianeta non si scioglierà mai. Non ci sono stelle vicine che possano fargli correre questo rischio. Ciò che c’è, rimarrà intatto per sempre. Da sempre nutro un amore grandissimo per le stelle perché là è il destino. Il buio della notte, come una fioca luce del pianeta di ghiaccio, è il compagno che abbraccia l’anima della fragile figura di cristallo e la mantiene perfetta e intatta per sempre. Non ci sono premi, né punizioni ma “un cielo di stelle sopra di me, e l’infinito dentro…” (Kant, Critica alla ragion pura).
Dimensioni : 50 x 70
Tecnica mista : matita grassa “Pablo” + tempera