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L’altra faccia della Luna.

La Luna ha due facce: quella che noi vediamo e quella sempre nascosta. La Luna è da sempre, nelle credenze occidentali, legata alla figura femminile.
Il mistero della Luna, sorgente di luce diafana e argentea che illumina le notti più buie, si rapporta alla bellezza candida e bionda dell’ideale femminile medioevale. Si è sempre creduto che la Luna influisse sul carattere delle persone, soprattutto le donne, rendendole imprevedibilmente dolci o bizzarre, inspiegabilmente mute o soggette a sbalzi d’umore. I Celti rappresentavano il mese lunare con un mezzo cerchio, legato ad un cerchio intero ed ancora un mezzo cerchio. Primo quarto, luna piena, ultimo quarto. La Luna nuova, ovviamente, non si vedeva. Quella rappresentazione era “femminile”. La Donna è la Luna. Come la Luna le donne hanno due volti, o meglio, due modi di essere. C’è il lato razionale, matematico, logico che le porta ad avere sfumature fredde, minimaliste nell’essere e nell’apparire. La bellezza di questo lato è racchiusa in un apparire quasi severo, senza nulla più di quanto serva. Solo un’ impalpabile brezza scompiglia i capelli per poi avvolgere di veli il corpo femminile in un movimento a spirale. Il velo si muove uguale e contrario al movimento dei capelli, in una sorta di fisica imprevedibile. Unica concessione, l’orecchino a goccia di perla, la cui luce si riflette negli occhi della donna che schiude un timido sorriso.
L’altra donna, l’altra faccia della Luna: una gardenia a fermare la massa scompigliata di capelli, l’incarnato roseo e caldo, sensuale e delicato al contempo. Gli occhi sono luminosi e malinconici , specchio di un animo imprevedibile e fantasioso. Sulla punta delle dita intrecciate, una farfalla colorata sottolinea la dolcezza della donna stessa che sorride, reclinando la testa, con impercettibile complicità a chi guarda.
Non più un velo, ma una leggera mussola ricamata di fiori, è il complemento alla bellezza creativa e sensuale della figura.
Intorno alla stessa duplice anima della Luna, un alternarsi di cerchi che, intersecandosi, danno origine a falci lunari di spazio, ora rosei come la donna di destra, ora grigi come quella di sinistra.
Sparpagliate ovunque piccole sfere grigie, come tante nuove lune, anche loro tutte con due facce, in un continuo e rinnovato antico credo che le donne siano la vera essenza della notte e dei misteri che
in essa vivono.

Dimensioni : 50 x 70
Tecnica matita grassa “Pablo”